giovedì 18 marzo 2010

Elezioni regionali e programmi: no alla chimera nucleare, costosissima follia antieconomica

Hai pensato a cosa succederà se il futuro Presidente della tua regione appoggerà il ritorno al nucleare?
Come cambierà la tua vita quando ti ritroverai una centrale nucleare sotto casa? Se non vuoi scoprirlo, chiedi ai candidati alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo di dire NO al nucleare!
Con la legge 99/2009 il Governo sta provando a imporre la localizzazione delle centrali, schiacciando le competenze delle Regioni. Per questo, ben 13 Regioni hanno
fatto ricorso alla Corte Costituzionale.

È importante che i candidati alla carica di futuri Governatori prendano posizione contro il nucleare, prima delle elezioni del 28 e 29 marzo. Molti candidati - appoggiando o non opponendosi chiaramente e con fermezza ai piani nucleari del governo - collaborano a riportare il nucleare in Italia: sono i candidati nucleari.

Firma l'appello di GREENPEACE contro il nucleare: siamo già più di 69.000 a dire stop al nucleare!

Andrea Lepore, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace, spiega benissimo i motivi per cui il nucleare italiano è solo una chimera e perché è necessario abbandonare questa follia assoluta.
Ripassiamone i punti principali: innanzitutto la reperibilità della materia prima, l’uranio, che non cresce certe nei giardini delle nostre case e non risolverebbe in nessun modo il problema della dipendenza energetica.
A seguire lo smaltimento delle scorie radioattive, un problema mai risolto se pensate che ci stiamo ancora palleggiando con la Francia quelle prodotte dalle poche centrali attive fino alla metà degli anni Ottanta in Italia.

E infine, i costi. Come spiega bene Andrea nel video girato proprio all’interno della Rainbow Warrior, la nave di Greenpeace, il nucleare di terza generazione è tuttaltro che sicuro. Meno che mai economico. Un esempio eclatante è il cantiere di Olkiluoto, in Finlandia, dove la francese Areva sta cercando da quattro anni di costruire un reattore di terza generazione (Epr) con ritardi tuttora incalcolabili, problemi di sicurezza e crescita esponenziale dei costi. E non sanno per quando sarà pronto il reattore.

Se l'efficiente e organizzata Finlandia ha questi problemi da gestire, viene da domandarsi con preoccupazione cosa potrà succedere in Italia, dove comitati nimby (acronimo inglese per Not In My Back Yard, lett. "Non nel mio cortile", indica un atteggiamento di protesta contro opere di interesse pubblico che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sui territori in cui verranno costruite) e problemi burocratici di tutt'altra risma rispetto a quelli finlandesi sono in grado di tenere bloccati cantieri per anni anche per realizzare impianti di modeste dimensioni e d'impatto ambientale assai meno problematico .

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